Ho conosciuto Davide Facchini a Soave, in occasione del Soave Guitar Festival, non so quanti anni fa e non voglio ricordarmelo. So che avevo molti capelli in più e decisamente qualche chilo in meno…
Suonava in coppia con la sua compagna -anche di vita- Anita Camarella, proponendo una serie di “motivetti che ci piacciono tanto” riprendendo vecchi pezzi della tradizione swing italiana ante-guerra.
Ricordo che, mentre stava provando una Telecaster, Davide aveva bisogno di uno slide e, non avendo nulla di meglio, gli prestai il mio accendino… Da lì siamo rimasti in contatto.
Qualche giorno fa mi ha mandato il suo nuovo disco, My Town: nove cover strumentali di brani Motown, arrangiati e suonati con un gusto pazzesco.
Innanzitutto, un disco strumentale di un chitarrista corre sempre il rischio di essere un disco “chitarroso”, autoreferenziale, in cui autocelebra le proprie doti funamboliche.
Invece -ma non avevo poi dubbi- in My Town non c’è niente di tutto ciò: Davide Facchini dimostra di conoscere la differenza tra il fare Musica ed il chiedere d’essere pagati per farsi le seghe. Una lezione per molti chitarristi, musicisti e non solo.
La cura del suono della Telecaster (mi sembrerebbe Fender anche l’amplificatore, ma potrei sbagliarmi) è solo una delle fette di quella torta che è IL GUSTO che My Town offre: gli arrangiamenti mai banali, che non seguono troppo facilmente le dinamiche e gli strumenti dei brani, ma che portano un mix di blues e jazz e di tutto l’universo che sta nel mezzo, lo squisito equilibrio tra le parti e gli strumenti che vedono spesso la chitarra in secondo piano (altra cosa rara per un chitarrista…) e la linea principale portata avanti da organo e vibrafono.
I quarantasei minuti del cd scorrono veloci e si articolano in pezzi che, seppur con tinte ora più “pop”, ora più jazz, ora più blues, mantengono una uniformità ed una compattezza che di solito si acquisisce con musicisti affiatati tra loro da anni di concerti insieme. >E non credo sia questo il caso. Altro punto a favore.
Un disco che mi sento di consigliare a chi voglia sentire musica ben fatta, senza la pomposità e la prosopopea che spesso contraddistingue noi chitarristi, ma dove invece si ha un ottimo esempio di groove, gusto ed equilibrio.